Bambu Lab : 2 milioni di € in pochi minuti per la stampante 3d next generation

Nelle ultime settimane c’è stato grande fermento intorno al lancio della prima stampante 3d, la serie X1, della nuova società Bambu Lab.

Un successo annunciato

L’attesa per il lancio della campagna su Kickstarter è finito il 31 maggio alle ore 15 UTC (17 ore italiane). Nell’arco di pochi minuti la pagina è stata presa d’assalto dai potenziali sostenitori permettendo non solo di raggiungere la cifra minima di circa 9.000€ che gli ideatori si erano prefissati, ma di polverizzarla letteralmente raggiungendo in meno di un’ora il traguardo dei 2 milioni di euro raccolti ( sono arrivati a 2.693.870€ nel momento in cui scrivo con ancora 29 giorni di campagna attiva).

Questo risultato però non sbalordisce gli addetti ai lavori, infatti, complice il prezzo altamente competitivo relativamente alla tecnologia e l’innovazione proposta, l’importante campagna di marketing e la politica della trasparenza, già nei giorni antecedenti il lancio si respirava l’aria di quella che può sembrare una vera e propria impresa.

Chi c’è dietro la Bambu Lab?

Questa nuova società con sede ad Hong Kong è però formata da persone non certo nuove a successi del genere.

I 5 membri fondatori hanno un background nel mondo della realizzazione dei droni, in particolare provengono tutti dalla DJI.

Forti anche delle loro esperienze pregresse, circa 2 anni fa, hanno deciso di intraprendere lo sviluppo di stampanti 3d puntando alla realizzazione di un prodotto di nuova generazione, creando un vero e proprio gioiello tecnologico. Non a caso la società vanta al momento circa 150 dipendenti di cui 120 lavorano nel comparto ricerca e sviluppo.

Tecnologia di ultima generazione per la serie Bambu Lab X1

Vediamo allora quali sono le principali innovazioni presentate in questa prima stampante FDM.

Se vuoi approfondire le varie tecniche di stampa 3d potrebbe interessarti il nostro articolo Tecniche di Addictive Manufacturing

In realtà più che un prodotto è una famiglia di prodotti. Infatti sono state presentate 2 versioni della stampante serie X1, la X1 per l’appunto e la X1-carbon, oltre che un sistema per la stampa multi colore/multi materiale che permette di poter stampare fino a 16 materiali contemporaneamente, dei filamenti ottimizzati per le proprie stampanti e uno slicer proprietario.

Le principali caratteristiche delle stampanti presentate sono:

  • Alta velocità, fino a 32 mm3/s di flusso, 20 m/s2 di accelerazione e 500 mm/s di velocità
  • Struttura core xy con uno chassis in acciaio saldato per una stabilità estrema
  • Stampa multi colore/ multimateriale grazie all’Automatic Material System (AMS)
  • Utilizzo dell’ IA con molteplici sensori tra cui il Lidar per avere sempre stampe con la massima precisione
  • Implementazione di un algoritmo di compensazione attivo delle vibrazioni per permettere di raggiungere accelerazioni impensabili prima senza risentire sulla qualità della stampa
  • Consegna di una stampante già assemblata e calibrata, pronta all’uso da subito

A seguire l’elenco completo delle caratteristiche e delle differenze tra i due modelli:

Bambu Lab Serie X1 caratteristiche tecniche

Non è tutto oro quello che luccica?

Se è vero che le prestazioni e la qualità delle stampanti della Bambu Lab siano state elogiate praticamente da chiunque abbia ricevuto il prodotto per recensirlo, con oltre 750 unità inviate in lungo e in largo, (eh no, purtroppo io non sono tra questi 😛 ) la community della stampa 3d si è divisa per alcune scelte della società riguardo soprattutto la tematica dell’utilizzo di parti proprietarie rispetto a un mondo che spesso ha visto la politica dell’open source farla da padrona.

Inoltre la scelta di entrare sul mercato mediante Kickstarter ha fatto storcere il naso a qualcuno. La società ha affermato e dimostrato a più riprese di avere già realizzato le unità rese disponibili per la campagna.

La disputaa è dovuto soprattutto al fatto che sostenere una campagna su Kickstarter non è realmente garanzia di acquisto di un prodotto.

Sostenendo un progetto viene fatta una donazione a chi fa la campagna. In cambio si promette di ricompensare i sostenitori con dei prodotti, ma non c’è nessun vincolo legale a farlo.

In passato ci sono state esperienze di progetti, spesso proprio nell’ambito di campagne di stampanti 3d, che una volta raggiunti i fondi e terminato il periodo attivo della campagna, non ha mai visto la luce, lasciando di fatto i sostenitori con un pugno di mosche.

Per entrambi i punti la Bambu Lab ha pubblicamente motivato le scelte intraprese mediante degli articoli sul proprio blog.

Ulteriori discussioni discussioni e approfondimenti sono disponibili sul gruppo FB ufficiale.

Conclusioni

Per quanto mostrato con questo primo prodotto, ci auguriamo che questo sia solo l’inizio.

Speriamo in un roseo futuro per la Bambu Lab che promette di rivoluzionare il mondo delle stampanti 3d, e i presupposti con cui è partita fanno presagire per il meglio.

Non resta che aspettare luglio per vedere partire i primi lotti del prodotto, per poi aprire aprire il mercato ad altri canali di vendita.

E chi sa che nel frattempo non ci propongano anche qualche ulteriore chicca…

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